La Mesopotamia può essere considerata la culla della Divinazione Occidentale come dimostrano i ritrovamenti archeologici.
Mesopotamia: culla della Divinazione
Una straordinaria quantità di opere dedicate alle più diverse tecniche divinatorie ha visto la luce a partire dalla scoperta delle biblioteche dei Sumeri e degli Assiri. Il loro studio dimostra che tutte le arti divinatorie del mondo occidentale derivano dagli antichi popoli mesopotamici.
Dove si trova oggi la Mesopotamia?
Il nome Mesopotamia vuol dire, “tra i fiumi” e si tratta, infatti, di una fertilissima striscia di terra compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate; Oggi, questa striscia di Terra corrisponde agli stati dell’Iraq, la Siria e la Turchia occidentale. Dal 3200 a. C., in questa regione fiorì la civiltà sumera, seguita tra il 1890 e il 611 a. C. dall’impero babilonese e da quello assiro.
La Mesopotamia oltre ad essere la culla della Divinazione può essere considerata la culla della civiltà occidentale. È proprio dalla città sumera di Uruk che provengono i primi documenti scritti della storia umana: tavolette di argilla scritte con caratteri cuneiformi della fine del quarto millennio a. C.
Le biblioteche babilonesi
A Babilonia fu scritto il primo sistema di leggi, il codice del re Hammurabi (1790 ca. 1686 a. C.). Negli scavi effettuati nei principali siti archeologici della zona hanno portato alla luce autentiche biblioteche risalenti all’epoca compresa fra l’anno 2000 e il 1000 a. C.
L’analisi dei testi cuneiformi dimostra lo straordinario interesse dei popoli mesopotamici per tutti gli aspetti della natura: la nascita degli animali o gli uomini mostruosi, l’aspetto delle piante e dei minerali, il movimento degli astri, i fenomeni metereologici, il comportamento umano, i sogni, ecc.
La divinazione alla base del sistema religioso
Tutte queste osservazioni sistematiche, generarono un corpus di credenze religiose la cui base risiedeva nelle arti divinatorie, esercitate diverse categorie di specialisti. Le principali figure che si occupavano dei Divinazione erano i sa’ilu o richiedenti e i baru o esaminatori. Questi esperti a volte erano sacerdoti anche se, in generale, si trattava di funzionari specializzati al servizio del sovrano o di alti funzionari imperiali.
L’almanacco divinatorio o magico
Per gli antichi popoli mesopotamici ogni fenomeno naturale o umano era uno strumento divinatorio, attraverso il quale, cioè, ricavare messaggi dagli Dei. Il tempo non faceva eccezione e il suo computo diede vita a una specialissima arte divinatoria denominata “Cronomanzia”. Quest’arte si fondava sull’idea che alcuni momenti fossero propizi o infausti per iniziare una determinata impresa; secondo la disposizione degli Dèi sotto i cui auspici si trovavano diversi momenti dell’anno o del giorno.
Il trattato di Cronomanzia più completo fu ritrovato, quasi integro, a Babilonia e porta il nome delle parole con cui inizia la prima tavoletta: Iqqur Ipuš, che significa “Si demolisce, si costruisce”.
Si tratta di un autentico Almanacco dei mesi che riunisce dati sui segni e i lavori e che contiene precise annotazioni cronomantiche come la seguente:
“mese di Nissan [marzo-aprile]. diciannovesimo giorno: giorno di collera. consacrato alla dea Gula funesto punto sopra naturalmente pericoloso per il malato. il medico non curerà nessun malato. Il Veggente non formulerà alcun Presagio. questo giorno Non è propizio per nessuna impresa”.
Giorni fausti e infausti ai giorni nostri
In effetti, la Mesopotamia, oltre che la culla della Divinazione può essere considerata la culla di tutte le credenze magico-religiose occidentali. La Cronomanzia si è tramandata nei secoli perdendo la sua associazione con le divinità assiro-babilonesi e mantenendo invece la concezione di giorni propizi e infausti. Avendo perduto il carattere divinatorio, oggi questa tradizione non è più in grado di specificare per quali operazioni magiche o attività umane il giorno il momento sia propizio o infausto; ci si limita a segnalare quali siano i giorni dell’anno fortunati, sfortunati o neutri, senza altre specificazioni. Cronache Esoteriche riporta nelle prime righe del suo Almanacco magico la natura propizia, infausta o neutra del giorno secondo la tradizione magica occidentale moderna.
L’enciclopedia della Divinazione
Fra le opere ritrovate ne emerge una di fondamentale importanza: la cosiddetta Šumma ālu, un’autentica enciclopedia delle Arti divinatorie che comprende più di 107 tavolette contenenti circa 10000 oracoli. I principali temi trattati sono l’influenza dei corpi celesti sul mondo terrestre: la Luna, il Sole, i pianeti, le costellazioni, l’eclissi; sono studiati anche i principali fenomeni metereologici, come le tempeste. Alcuni testi sono dedicati al regno minerale e vegetale, mai più consistenti sono i presagi derivati dall’osservazione degli animali, come il volo degli uccelli, il movimento degli insetti e il comportamento degli animali domestici e selvaggi.
Ecco un esempio di queste previsioni:
“Se un cavallo entra in casa di qualcuno e morde una persona, il padrone di casa morirà e la casa andrà in rovina”.
Nella Šumma ālu non solo si definiscono le relazioni degli esseri umani con l’ambiente circostante, la geografia, la vegetazione e gli animali, ma anche e soprattutto, si esamina dettagliatamente il comportamento delle persone nelle più diverse situazioni quotidiane: il modo di dormire, di alzarsi, di lavarsi, di camminare e di parlare, di pregare e di lavorare, le relazioni con i familiari e con i superiori, le relazioni sentimentali fra marito e moglie. la ragione di tale profusione di Tati e che tutte queste osservazioni erano considerate fonti di presagi.
L’interpretazione dei sogni sumero-babilonese
Il mondo dei sogni apportava agli esperti un ampissimo materiale di studio; in effetti, il sogno fisiologico Era considerato come un prolungamento della vita di un individuo e tutto ciò che avveniva in questo periodo era fonte di ulteriori rivelazioni.
In numerose opere si trovano elementi di interpretazione dei sogni: la più antica è datata agli inizi del secondo millennio prima della nostra epoca.
Il Trattato più interessante, tuttavia, e posteriore di 1000 anni: consiste in 11 tavolette rinchiuse, come in un astuccio fra una tavoletta iniziale e due finali, che contengono una collezione di namburbȗ, una specie di esorcismi destinati a dissipare l’indesiderabile effetto dei sogni nefasti. Sebbene interessante questo aspetto rientra più nella dimensione magica mentre in questa sede siamo interessati all’aspetto divinatorio, più propriamente L’interpretazione dei sogni; Ecco un esempio di quanto riportato da questa spettacolare collezione:
“Se un uomo sogna di viaggiare continuamente Oltre i confini del suo paese, si vedrà colmato di onori […] Se un uomo sogna di lavorare il cuoio, sarà prima ricco e poi povero. se sogna che, dopo aver urinato, si inginocchia davanti alla sua urina, genererà un figlio che deterrà il potere reale […] se sogna di mangiarsi un cadavere, morirà per la caduta di una trave “.
Liturgia e rivelazione in Mesopotamia
Le tavolette cuneiformi hanno dimostrato che gli antichi abitanti della Mesopotamia oltre ad essere osservatori razionali della natura e dei suoi segni ed eccellenti archivisti di notizie storiche, erano anche grandi interpreti di tali fenomeni. La prossima settimana scopriremo le complesse liturgie e le tecniche divinatorie utilizzate in Mesopotamia e di come la moderna divinazione ne sia ancora influenzata.
Nec spe, nec metu Irene Angelini (Bimbasperduta)
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