Jeane Dixon e Pamela Colman Smith

Questo mese, per Incontri magici, conosceremo due grandi veggenti del passato, Jeane Dixon e Pamela Colman Smith.

Questo mese era in programma l’incontro con Devon Scott, scrittrice molto prolifica ed eclettica i cui scritti spaziano dal genere rosa alla fantascienza e, soprattutto l’esoterismo. Devon sarebbe stata nostra ospite come conoscitrice della magia gitana ma per cause di forza maggiore abbiamo dovuto rimandare l’incontro. Per questo ho invitato due veggenti dal passato: Jeane Dixon e Pamela Colman Smith. La prima, conosciuta come la Veggente della Casa bianca, è stata in un certo senso “iniziata” proprio da una matriarca zingara. Le seconda, invece, per la prima parte della sua vita ha condotto un’esistenza per certi versi “nomade” come scopriremo in seguito.

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Jeane Dixon

Jeane Dixon è passata alla storia come la veggente della Casa Bianca. Ben tre sono i presidenti che hanno richiesto i suoi servigi, Franklin D. Roosvelt, Richard Nixon e Ronald Regan. Ma è per il suo legame con il popolo Romanì che giovedì scorso ho scelto di parlare di lei.

L’iniziazione gitana

Jeane DixonIl nome anagrafico di Jean Dixon è Lydia Emma Pinckert, figlia di Gerhart ed Emma Pinckert, immigrati cattolici tedeschi.

Nella sua autobiografia la Dixon racconta che quando aveva circa nove anni, una tribù zingara si accampò nella loro proprietà in California.

Insieme alle sue sorelle, Jeane andava a trovare i vicini gitani; durante una di queste visite fu portata dalla matriarca perché le leggesse la mano. La donna predisse che Jeane aveva ricevuto da Dio il dono della profezia e che avrebbe predetto cose di grande rilievo per uomini molto importanti. La bambina non comprese bene quelle parole ma accettò molto volentieri la piccola sfera di vetro che l’anziana signora le regalò. Inizialmente la tenne sempre con sé come un raro e buffo giocattolo.

Col tempo, però, cominciò a vedere immagini nella sfera e presto iniziò a decifrarle. Inizialmente Jeane credette di avere tra le mani una sorta di caleidoscopio; incoraggiata dalla madre continuò a esercitare questa sua straordinaria capacità e ciò la portò a comprendere la profezia della matriarca. Per nulla spaventata, anche grazie all’appoggio materno, Jeane coltivò sempre di più la sua veggenza che considerò sempre come un dono divino. All’inizio le visioni della bambina riguardavano lei stessa e i membri della famiglia, man che si ampliavano i suoi orizzonti si ampliava anche il raggio delle sue visioni.

Jeane Dixon e i presidenti

La profezia più famosa di Jeane Dixon tuttavia non fu interpretata da lei bensì dai suoi contemporanei che videro in essa la previsione dell’assassinio del presidente Kennedy.

Le elezioni presidenziali del 1960 saranno “dominate dal lavoro e vinte da un democratico che sarà assassinato o morirà mentre è ancora in carica, anche se non necessariamente durante il suo primo mandato”.

Jeane affermerà sempre che questa predizione non riguardava Kennedy, furono i suoi contemporanei ad interpretarla come la previsione dell’omicidio Kennedy. Quando nel 1972 il presidente Nixon dovette affrontare la questione delicata dell’antiterrorismo il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Henry Kissinger, e il suo ambasciatore delle Nazioni Unite, George HW Bush e la sua segretaria personale, Rose Mary Woods gli parlarono di Jeane.

Nixon fu solo il secondo presidente che interpellò la veggente. Nel 1944, Jeane predisse per il Presidente Roosvelt quanto ancora sarebbe durata la Seconda guerra mondiale; infine, negli anni Ottanta fu per un breve periodo consigliera privata di Ronald e Nancy Regan.

Le visioni e il filone New Age

Oltre che nella sfera di cristallo Jeanne aveva visioni notturne quando si trovava tra la veglia e il sonno; una volta sveglia Jeane Dixon trascriveva la visione avuta e attraverso la meditazione cercava di darne un’interpretazione. Furono proprio queste visioni a renderla tanto apprezzata, specialmente dal filone New Age che in America riscosse un grande successo.

Il risveglio dell’Asia

Il 14 luglio 1952 fu svegliata dalla sensazione che nella sua stanza ci fosse un’altra presenza che non era normale. Quando si alzò per osservare meglio vide un piccolo serpente di molti colori che richiamava l’attenzione su di lui senza però spaventarla in alcun modo. Il rettile guardò a est e Jean lo imitò. In quel momento poté vedere come da sotto il suo letto provenisse una luce intensa, di un brillante colore viola, che era diretta proprio verso una finestra della stanza che guardava ad Est e nei pressi della quale si trovava il serpente. Da tutta questa esperienza, Jeane trasse questa conclusione profetica.

A causa dei suoi colori il serpente sembrava essere l’allegoria di un paese asiatico; associando il colore che proveniva dal letto e la direzione Est verso cui erano diretti sia il rettile sia Jeane sia il particolare colore che risultava dal raggio che colpiva il serpente, Jeane trasse una relazione con la Cina. Dopo dopo aver meditato a lungo sul significato di questi simboli, concluse che la sua visione rappresentasse una proliferazione di idee dalla Cina all’Occidente. ebbe l’impressione di un forte movimento migratorio con ripercussioni non violente, ma di tale importanza che potrebbe sembrare un’invasione non violenta.

Oggi questa visione ci appare molto banale, quasi scontata ma nel 1952, i rapporti con l’Oriente erano piuttosto difficili; l’idea che la Cina potesse diventare una potenza economica tecnologicamente all’avanguardia era addirittura ridicola.

L’Età dell’Acquario

Il 5 febbraio 1962, all’alba, Jeane vide un globo incandescente nelle vicinanze della Terra dal quale usciva il faraone egiziano e la regina Nefertiti con in braccio un bambino. Il bambino era divino, con gli occhi che contenevano la saggezza. Nefertiti lasciò il bambino sulla Terra e poi tornò al suo passato fino al momento in cui fu uccisa.

Dixon spiegò la visione nel seguente modo:

la morte di Nefertiti significava la fine di un’era. Credeva che sarebbe venuta l’Era dell’Acquario, un’epoca in cui un nuovo Messia sarebbe nato e avrebbe sradicato il mondo dalla guerra e dalla violenza. Questo, secondo Dixon, doveva accadere nel 2000.

Secondo la visione New Age, infatti, l’Età dell’Aquario avrebbe dovuto coincidere con l’inizio del nuovo millennio.

Come per Nostradamus, ache in questo caso è difficile interpretare chiaramente le visioni della Dixon. Per esperienza personale posso dire che le visioni sono sempre difficili da decifrare e spesso si tende ad interpretare con la mente ciò che va ben oltre la concezione umana. Personalmente ritengo che non ci si dovrebbe sforzare di interpretare le visioni ma di accettarle esattamente per quel che sono lasciando che esse si rivelino in maniera naturale e sempre sorprendente.

Pamela Colman Smith

Pamela Colman SmithPamela Colman Smith occupa un posto molto speciale nella storia della cartomanzia. La maggior parte delle notizie da me riportate sono prese dal libro The Artwork & Times of Pamela Colman Artist of the Rider-Waite Tarot deck, di Stuart R. Kaplan e Lynn Araujo. Testo contenuto nel cofanetto Pamela Colman Smith, artist of the Rider-Waite Tarot deck, Commemorative set, edito da U.S. Games System.

Figlia d’Arte

Corinne Pamela Colman Smith, chiamata Pam dalla sua famiglia, è nata il 16 febbraio 1878 al n. 28 Belgrave Road, Pimlico, Middlesex, Inghilterra. Suo padre, Charles Edward Smith, era un mercante americano di successo, appassionato di arte e teatro.

In un certo senso Pamela era figlia d’arte. Dalla famiglia materna ricevette sicuramente la scintilla verso il misticismo e l’occulto. Per diverse generazioni, i Colman furono seguaci del filosofo mistico e visionario Swedenborg. Mentre ereditò dagli Smith il talento artistico. Il suo bisnonno e sua moglie scrivevano entrambi libri per bambini. Diversi membri della famiglia erano pittori notevoli. Almeno un parente era un affermato pittore della Hudson River School. Il fratello del bisnonno pubblicava stampe ed era proprietario di quella che potrebbe essere stata la prima galleria d’arte di New York City. Attraverso sua madre, Pamela era imparentata con Joel Chandler Harris (1848-1908), autore delle storie di Br’er Rabbit. Suo padre era cugino del famoso attore Gillette, che ha debuttato nel ruolo di Sherlock Holmes sul palcoscenico di New York.

Vita bohémien

Pamela Colman Smith A causa del lavoro del padre che aveva contratti commerciali con la West Indian Company Pamela visse fin dall’anfianza tra Inghilterra, Stati Uniti e Giamaica. Da bambina vissa a lungo a Manchester che in quegli anni era un centro di grande fermento culturale, artistico e spirituale. Proprio a causa di questi continui spostamenti, una volta rimasto vedovo, il signor Smith affidò Pamela, ancora bambina, alle cure di  Ellen Terry con la quale rimase fino a quindici anni, quando tornò a vivere con suo padre. Nel periodo in cui visse con Ellen Terry, Pamela visse a stretto contatto con gli attori e tutte le persone che ruotano attorno al mondo del teatro e la cui vita è, per certo versi, in continuo mvimento, scandita dalle tournée. Per questo motivo nel mese dedicato alla magia gitana ho voluto parlare anche di Pamela Colman Smith perché la sua vita è stata per certi aspetti molto Bohemiènne.

Il Pratt Institute

Compiuti quindici anni Pamela tornò a vivere con suo padre. Il 23 ottobre 1893, Pamela si iscrisse al Pratt Institute di Brooklyn e studiò composizione, disegno e pittura fino al giugno 1897. Uno dei suoi istruttori, Arthur Wesley Dow, ha esposto Pamela al concetto di “sinestesia”, l’interazione dei sensi, che in seguito avrebbe influenzato l’opera d’arte ispirata dalla musica di Pamala.

Anche le giapponesi collezionate da suo padre influenzarono molto la sua arte. Pamela amava specialmente le stampe Ukiyo-e (letteralmente “mondo fluttuante”). Dow incoraggiò lo studio delle stampe giapponesi per il loro effetto di elementi chiari e scuri. L’arte Ukyo-e probabilmente influenzò anche la propensione di Pamela a delineare e colorare le figure.

Al Pratt Institute Pamela conoscerà Mary Reed, con la quale resterà in contatto anche dopo essersi trasferita in Giamaica, nel 1897. Durante il soggiorno in Giamaica le scriverà molte lettere chiamandola “Bobby” e firmandosi Pixie, soprannome con il quale sarà conosciuta per il resto della vita.

Pamela Colman Smith, l’Artista dei tarocchi Rider-Waite

Già nel 1897, quando aveva solo 19 anni, le opere di Pamela furono esposte alla MacBeth Gallery sulla Fifth Avenue a New York. Il successo vero e proprio giungerà l’anno dopo, nel 1898, perciò, quando nel 1909 Arthur Edward Waite le chiese di lavorare alla realizzione dei suoi Tarocchi Pamela era già un’artista affermata e indipendente.

Quando nel 1903 Waite si separò dalla Loggia Isis-Urania della Golden Dawn, Pamela scelse, come molti altri adepti, di seguirlo ed entrare a far parte del suo ordine rosacrociano-cristiano più spirituale.

Waite raccontò di aver trovato un gruppo di vecchi manoscritti occulti relativi alle carte dei Tarocchi, dopo averli studiati, sentì che il mazzo poteva essere reso più significativo aggiungendo immagini pittoriche alle quaranta carte non figurate (gli Arcani Minori). Waite chiese a Pamela di creare immagini che “seguissero molto attentamente il significato astrologico di ogni seme, secondo lui influenzato da diversi segni zodiacali”.

Stimata come artista ma non come esoterista

È indubbio che Waite stimasse Pamela dal punto di vista artistico o non le avrebbe mai commissionato il lavoro, tuttavia, è altrettanto evidente che egli, come del resto molti esoteristi contemporanei, abbia sottovalutato la sua profondità intellettuale e spirituale.

Pamela, infatti, aveva un atteggiamento giocoso e spensierato, in etto contrasto con la seriosità che ancora oggi caratterizza gli ambienti esoterici. Il suo atteggiamento giocoso può aver portato altri a pensare che il suo apprezzamento per il rituale e il simbolismo fosse superficiale. Tuttavia, la consapevolezza di Pamela degli elementi del simbolismo religioso e del rituale è indicata dai suoi dipinti e dai suoi scritti. Le sue lettere forniscono la prova della sua familiarità con la musica e il teatro, la sua attività dedicata nella Chiesa cattolica romana. Quello che Waite e altri potrebbero non aver capito era che l’approccio apparentemente semplice di Pamela al metafisico non era dovuto a una mancanza di profondità o di intelletto. I suoi scritti indicano che, per lei, il rituale e il simbolismo derivavano il loro potere di illuminare dai sensi, dall’emozione e dall’immaginazione, non dalla mente.

I Tarocchi Rider Waite e i dipinti di Pamela Colman smith

Il mazzo Rider, come era originariamente chiamato, fu pubblicato nel dicembre 1909 da William Rider and Son, Londra, e fu venduto da solo o con un libro di istruzioni scritto da Waite con il titolo, La chiave dei tarocchi: Frammenti di una Tradizione Segreta Sotto il Velo della Divinazione. Il retro delle carte originali presentava un motivo floreale ripetuto blu e bianco e il mazzo era confezionato in una scatola di cartone a due pezzi. Il mazzo Rider stato fu ristampato nel 1910 su cartoncino superiore e le carte sono state ristampate molte volte. gli innovativi Arcani Minori e la capacità di Pamela Colman Smith di catturare le sottigliezze delle emozioni e dell’esperienza hanno reso i Tarocchi Rider-Waite un modello per i disegni di molti mazzi di tarocchi.

Il contributo di Pamela ai Tarocchi rider-Waite

Pamela Colman Smith setAlcuni studiosi dell’occulto ritengono che il contributo di Smith alle qualità mistiche dei tarocchi fosse di gran lunga maggiore di quanto generalmente riconosciuto. Sebbene l’unicità del mazzo sia principalmente nell’immaginario delle carte non figurate degli Arcani Minori, Waite ha posto la maggior parte dell’enfasi sugli Arcani Maggiori, consentendo a Pamela maggiore libertà nell’ideare gli Arcani Minori. Il fatto che alcune delle carte assomiglino ai lavori precedenti di Pamela indicherebbe che ha scelto almeno molte delle immagini degli Arcani Minori.

La figura sulla carta del Quattro di Spade, sebbene sia un uomo, ha una forte somiglianza con la “Signora delle scarpe scarlatte”, illustrata da Smith nel numero di ottobre 1902 di A Broad Sheet.

Le tende sullo sfondo della foto di Henry Irving a Becket datata 1905, sono come quelle del Sette di Spade, e la posa di Irving è simile a quella di Page of Wands. Il paesaggio e i costumi in generale sono caratteristici del lavoro di Smith. Waite non ha nemmeno notato alcune discrepanze tra le immagini sulle carte e le sue descrizioni nella Chiave dei Tarocchi. per esempio, ha descritto quattro flussi provenienti dal calice sull’asso di coppe, mentre Smith ha disegnato cinque flussi.

Dai Sola Busca ai rider Waite

I primi esempi conosciuti esistenti di semi illustrati in un mazzo di tarocchi fanno parte del mazzo Sola-Busca del XV secolo, che probabilmente ebbe origine a Ferrara o Venezia. Ciò che è particolarmente interessante per i ricercatori di tarocchi è l’ovvia somiglianza tra alcuni progetti di carte non figurate di Pamela Coman Smith e le immagini corrispondenti sulle carte Sola-Busca.

Un’altra fonte di ispirazione per Smith potrebbero essere stati i disegni degli arcani maggiori che William Butlers Yeats ha disegnato nel suo taccuino Golden Dawn inedito. I disegni nel mazzo dei Tarocchi Rider-Waite esemplificano ciò che Smith ha cercato di esprimere in tutti i suoi dipinti e disegni: misticismo, rito, immaginazione, fantasia e una profonda esperienza delle emozioni provate, ma non sempre comprese, nella vita di tutti i giorni.

Il video

Come in una favola per cento anni il contributo di Pamela al mazzo di Tarocchi più conosciuto e studiato della storia è stato quasi sconosciuto; eppure, come potrete vedere nel video esso è fondamentale, non solo per quel che riguarda gli Arcani Minori. Sebbene il suo ideatore sia Waite, l’esecuzione di Pamela ha lasciato un’impronta che va ben oltre l’impatto estetico, lasciandovi parte della sua anima.

 

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